Diagnosi prenatale - sindrome di Klinefelter

La sindrome di Klinefelter è una malattia genetica che riguarda gli individui di sesso maschile. Si tratta di un’anomalia cromosomica caratterizzata dalla presenza di un cromosoma X in più nei maschi.
Normalmente le donne hanno due cromosomi X e gli uomini un cromosoma X e un cromosoma Y, mentre gli individui affetti da sindrome di Klinefelter hanno due cromosomi X e un cromosoma Y.
Al momento sembra che l’incidenza di questa sindrome sia relativamente alta, ovvero di circa 1 o 2 maschi su 1000 nati vivi, ma solo una bassa percentuale sviluppa dei veri e propri sintomi associati al particolare assetto cromosomico. Proprio per questo i soggetti in questione vengono chiamati semplicemente “maschi XXY”.
Le manifestazioni cliniche iniziali solitamente compaiono durante l’infanzia o, ancora più spesso, durante la pubertà e comprendono la microrchidia (piccolezza dei testicoli), l’aspermatogenesi (assenza di produzione di spermatozoi) e il mancato sviluppo dei caratteri sessuali secondari. Il 10% dei casi di Sindrome di Klinefelter viene rilevata mediante esami di diagnosi prenatale.
Questa condizione, infatti, può essere diagnosticata attraverso test di diagnosi prenatale invasivi, come l’amniocentesi o la villocentesi o tramite test del DNA fetale non invasivi.
Molti pazienti Klinefelter vengono diagnosticati in età fertile quando si rivolgono ad un centro di andrologia dopo aver tentato il concepimento e ricevono una diagnosi di infertilità causata da azoospermia. L'analisi del cariotipo conferma l'eventuale anomalia cromosomica XXY.
Le cause che portano a questa malattia non sono ancora del tutto conosciute. Sembra vi possa essere un legame con l’età materna avanzata, ma non vi sono dati che lo indicano con precisione. Il meccanismo che porta alla manifestazione della sindrome di Klinefelter  è un errore al momento della meiosi e della formazione dei gameti nei genitori, errore dovuto alla mancata separazione dei cromosomi omologhi, da cui possono derivare cellule uovo con un corredo cromosomico aploide ma con due cromosomi sessuali XX oppure spermatozoi con un corredo cromosomico aploide ma con due cromosomi sessuali X e Y. Quando avviene la fecondazione, la fusione di uno spermatozoo XY con un uovo normale X, oppure di uno spermatozoo normale Y con un uovo XX produce un “maschio XXY”, ovvero affetto dalla sindrome di Klinefelter.
I sintomi principali della sindrome di Klinefelter sono:

  • Altezza maggiore
  • Tendenza all’obesità
  • Assenza o scarsa presenza di barba e peli
  • Mammelle più o meno sviluppate
  • Corporatura di tipo femminile
  • Difficoltà nello sviluppo del linguaggio
  • Problemi nella lettura o nella scrittura
  • Testicoli di dimensioni ridotte
  • Sterilità

Quest’anomalia cromosomica è irreversibile, ma per i pazienti che vogliono avere un aspetto più maschile si può ricorrere alla somministrazione di testosterone. La terapia ormonale può essere utile per prevenire l’insorgenza di osteoporosi. Le iniezioni regolari di testosterone e altri ormoni androgeni, praticate dall’inizio della pubertà, favoriscono la crescita dei peli e lo sviluppo di una struttura corporea maschile. L’ingrossamento delle mammelle, se particolarmente accentuato, può essere risolto con un intervento chirurgico. Le difficoltà di linguaggio possono, invece, migliorare grazie all’intervento degli specialisti. L’infertilità non ha soluzione, ma sono comunque noti rari casi in cui maschi XXY sono stati capaci di procreare tramite fecondazione assistita.