Glossario

Leggendo le informazioni su diagnosi e screening prenatale hai trovato spiegazioni che non ti sono chiare? Vuoi approfondire il tema dei test prenatali? Consulta questo glossario per leggere le principali definizioni.

A

Adenina 
Una delle 4 basi azotate che costituiscono il DNA

Allele 
Geni relativi al medesimo carattere e situati nel medesimo locus genico.

Allele mutante 
Allele che presenta una variazione rispetto all’originario.

Aminoacido
Composto organico costituente le proteine. Ogni aminoacido è costituito da una tripletta da nucleotidi

Amniocentesi 
Indagine diagnostica invasiva effettuata tra la 16.ma e 18.ma settimana di gestazione. Consente di rilevale anomalie a carico del feto, come a d esempio trisomia 21.

Aneuploidia 
Aberrazione nel numero di cromosomi che costituiscono l’individuo.

Aplotipo
Combinazione delle variante alleliche su un cromosoma

Autosoma
Cromosoma non implicato nella determinazione del sesso.


B

Bandeggiamento 
Tecnica di colorazione che permette la caratterizzazione e analisi dei cromosomi.

Basi azotate 
Unità base costitutive di DNA e RNA. Le basi azotate sono: adenina, timina (uracile nell’RNA), citosina e guanina.

Blastomeri
Cellule embrionali derivanti dalla divisione dello zigote e costituenti la blastula.

C


Carattere 
Caratteristica biologica di un organismo vivente determinata dall’informazione genetica e perciò riconoscibile facendo riferimento a criteri di classificazione (detti caratteri qualitativi) oppure criteri di misura (detti caratteri quantitativi). Si distingue in: carattere ereditario dominante, quello che ha una maggiore probabilità di manifestarsi rispetto all’altro, detto carattere ereditario recessivo. Esiste poi il carattere ereditario codominante che si esprime quando gli individui eterozigoti hanno fenotipicamente gli effetti di entrambi gli alleli.

Carattere ereditario monofattoriale (o mendeliano) 
Caratteristica fenotipica determinata dall’azione di un singolo gene.

Carattere ereditario multifattoriale 
Caratteristica fenotipica determinata da più geni fattori ambientali.

Cariotipo
Costituzione del corredo cromosomico dell’individuo.

Cellula 

Unità morfo-funzionale, di forma e di funzione, degli organismi viventi sia animali che vegetali: è la più la più piccola struttura che può essere classificata come vivente, ed è delimitata sia esternamente che internamente da un sistema di membrane. Due le componenti principali della cellula negli organismi eucarioti: il citoplasma, nella cui matrice sono contenuti gli organuli cellulari (come mitocondri, reticolo endoplasmatico, apparato di Golgi) e il nucleo, circondato da un involucro a doppia membrana, contenente DNA e RNA (vedi procarioti ed eucarioti).

Cellula competente 
Cellula che può far penetrare del DNA esogeno al proprio interno, dal quale risulta poi trasformata.

Cellule germinali 
Vedi Linea germinale.

Cellule somatiche
Cellule che costituiscono un organismo, escluse le cellule della linea germinale.

Centimorgan (cM) 
Vedi Unita’ di mappa.

Centromero 
Regione del cromosoma in cui i cromatidi sono a stretto contatto: esso tiene uniti i due cromatidi fratelli e contiene il sito di attacco per le fibre del fuso durante la divisione cellulare.

Chiasmi 
Punti di scambio in cui due cromosomi omologhi formano una sinapsi durante la meiosi, e più in particolare durante il crossing-over.

Ciclo cellulare 
Detto anche ciclo di divisione cellulare, è la serie di eventi che si verificano in una cellula eucariote tra una divisione cellulare e quella successiva. La sua durata varia a seconda di alcuni fattori, come la specie, il tipo di cellule e le condizioni di crescita. Per mezzo della fase M o Mitosi (vedi) si ha la separazione dei cromatidi fratelli e si garantisce che le due cellule figlie ricevano copie identiche di ciascun cromosoma del corredo diploide. L’intervallo tra una mitosi e la successiva è chiamato Interfase (vedi),  e si suddivide a sua volta in fasi diverse. Durante la fase G1 ogni cromosoma è rappresentato da una sola doppia elica di DNA; durante la fase S (sintesi) si ha la duplicazione semiconservativa dell’intero patrimonio genetico. Nella fase G2 ogni cromosoma è rappresentato da due doppie eliche di DNA, tra loro identiche, che si separeranno nella successiva fase M.

Citogenetica 
Ramo della genetica che ha per oggetto lo studio dei cromosomi a livello morfologico, della struttura, della topologia e della funzione, e del cariotipo.

Clonaggio 
Insieme di tecniche che permettono di produrre un insieme di copie identiche di molecole, cellule o organismi (dette cloni). Esistono due tecnologie di clonaggio: la prima fa uso degli enzimi di restrizione e vettori di clonaggio; la seconda realizza clonaggi in vitro di qualsiasi frammento, per mezzo della reazione in vivo dell’enzima DNA polimerasi. I procedimenti sono: 1) Isolamento di una cellula, e quindi delle cellule da questa derivate, a formare una linea cellulare di elementi identici tra loro (clonaggio cellulare). 2) Impiego delle tecniche del DNA ricombinante per inserire una specifica sequenza di DNA in un opportuno vettore, allo scopo di ottenerne la propagazione in numerose copie attraverso l’amplificazione clonale delle cellule in cui tale vettore è’ stato inserito (clonaggio molecolare propriamente detto).

Clonaggio posizionale (positional cloning)
Tecnica per mezzo della quale un gene viene clonato attraverso la definizione della sua posizione in mappe genetiche e fisiche, fino all’identificazione della corrispondente sequenza di DNA in cloni genomici e/o di cDNA.

Clonazione 
Tecnica che consente la generazione di un individuo con patrimonio genetico identico ad un solo individuo parentale, nel caso di organismi che si riproducono sessualmente.

Clone 
In biologia molecolare rappresenta una colonia di microrganismi contenenti una specifica sequenza di DNA inserita in un vettore. Si tratta di cellule o organismi che hanno il medesimo genotipo perché derivano da un unico progenitore.

Codice genetico
Sistema di codificazione attraverso il quale l’informazione genetica presente nel DNA sotto forma di sequenze nucleotidiche viene tradotta, tramite l’RNA messaggero (mRNA) e l’RNA transfer (tRNA), nel linguaggio aminoacidico delle proteine. Si può indicare per codice genetico anche l’insieme delle regole di corrispondenza tra le possibili triplette (sequenze di tre nucleotidi adiacenti) ed i diversi aminoacidi codificati o i segnali di inizio e di fine della traduzione dell’mRNA. Ogni tripletta è detta codone: combinando i quattro nucleotidi tre a tre è possibile ottenere 64 (43) codoni diversi. Poiché sono necessarie solo 20 triplette per codificare i 20 diversi aminoacidi, si dice che il codice è degenerato: un aminoacido può essere codificato da più di una tripletta (ad esempio, l’alanina è codificata dai codoni GCA, GCC, GCG, GCU). Per molte delle triplette che codificano per lo stesso aminoacido le prime due basi sono costanti, mentre l’ultima può variare. I codoni UAA, UAG, UGA vengono chiamati codoni terminatori, in quanto segnalano la fine della traduzione in sequenza proteica di un mRNA. La tripletta AUG codifica per l’aminoacido metionina e specifica anche il sito di inizio della traduzione. Si parla di universalità del codice in quanto tutti gli organismi (tranne rare eccezioni) usano lo stesso codice genetico.

Codominante 
(Carattere) Carattere ereditario per mezzo del quale gli individui eterozigoti esprimono fenotipicamente gli effetti di entrambi gli alleli.

Codone 
Unità del codice genetico formata da una sequenza di tre nucleotidi adiacenti (tripletta) in grado di specificare un determinato aminoacido o un segnale di inizio o di terminazione della traduzione. Si fa riferimento a 64 codoni diversi, originati combinando i quattro nucleotidi tre a tre (43).

Complementarietà
Indica le molecole di DNA o RNA a doppio filamento o ibridi temporanei tra le due. Regola generale di appaiamento delle basi negli acidi nucleici: secondo questa regola, una adenina si appaia sempre con una timina (o un uracile nel caso dell’RNA) e una guanina si appaia sempre con una citosina (e viceversa).

Confondimento 
In statistica, presenza di altri fattori o variabili che influiscono nella possibilità di identificare un particolare fattore come agente causale di un dato evento.

Consulenza genetica 

Consulenza medica il cui scopo consiste nel fornire supporto ed informazioni su malattia o rischio di malattia, ad individui o famiglie affetti o a rischio per determinate malattie genetiche.

Coppia di basi (basepair, bp) 
Il più piccolo tratto di un acido nucleico a doppia elica, che consiste in due basi (una per filamento) appaiate per mezzo di legami idrogeno. Queste vengono usate come unità di misura della lunghezza degli acidi nucleici a doppia elica.

Costrizione primaria
Regione individuabile a livello del centromero in cui il cromosoma appare assottigliato.

Costrizioni secondarie 
Costrizioni costanti sia per posizione che per estensione, le quali si differenziano dalla costrizione primaria per l’assenza di una evidente angolatura dei segmenti cromosomici.

Cromatidi fratelli 
Cromatidi che si formano in seguito a duplicazione del cromatidio parentale durante la fase S (sintesi) del ciclo cellulare e che rimangono uniti tra loro a livello del centromero. Nelle fasi successive della divisione nucleare, i cromatidi identici si separano e vengono distribuiti ad ognuna delle cellule figlie.

Cromatidi non fratelli
Cromatidi non identici derivati rispettivamente da due cromosomi omologhi.

Cromatidio (o cromatide) 
Uno dei due filamenti prodotti nella duplicazione di un cromosoma, uniti al centromero.

Cromatina 
Insieme di acidi nucleici e proteine (istoni e proteine non istoniche), che si trova nel nucleo delle cellule in interfase e che è colorabile per mezzo di coloranti basici.

Cromatina X (o corpo di Barr) 
Si tratta di cromatina formata da eterocromatina facoltativa, derivata da un processo di inattivazione di uno dei due cromosomi X e situata alla periferia dei nuclei interfasici: essa si può rilevare solo nelle cellule somatiche femminili. La sua analisi si rivela utile in caso di aberrazioni a carico dei cromosomi X.

Cromomero
Regione del cromosoma, intensamente colorabile, osservabile principalmente durante la profase meiotica. I cromomeri si trovano in posizione costante lungo i cromosomi e corrispondono a regioni in cui il filamento cromosomico è maggiormente addensato.

Cromosoma 
Unità strutturale del genoma che contiene numerosi geni in sequenza lineare, in cui il DNAsi organizza all’interno delle cellule. Ogni cromosoma è formato da un’unica molecola di DNA a doppia elica (nella fase G1), o da due molecole identiche (nelle fasi G2 ed M) sotto forma di cromatina più o meno addensata. Dal punto di vista della loro osservazione al microscopio, i cromosomi si osservano solo durante le fasi della mitosi e della meiosi, colorabili con coloranti basici. Il loro numero presente nel nucleo cellulare di una data specie animale o vegetale è costante. Nelle cellule somatiche umane, i cromosomi consistono di 22 paia di autosomi e due cromosomi sessuali: due cromosomi X nelle femmine, un cromosoma X e un cromosoma Y nei maschi. In condizioni normali, ogni cellula somatica umana contiene 46 cromosomi (detti corredo diploide). Ciascun cromosoma possiede due cromomeri terminali e un centromero, dalla posizione dei quali dipende la forma del cromosoma stesso (vedi Cariotipo).

Cromosoma acentrico
Frammento di cromosoma in cui non vi è centromero. In quanto non attaccato alle fibre del fuso, esso viene comunemente perso da una delle due cellule che lo ereditano durante la divisione cellulare.

Cromosoma ad anello (ring chromosome) 
Cromosoma anormale dal punto di vista strutturale: l’estremità di ciascun braccio è deleta e le due braccia si riuniscono come per formare un anello, il quale ha la possibilità di segregare nelle cellule figlie con una certa instabilità (dovuta allo scambio tra i cromatidi fratelli) grazie alla presenza del centromero. In questo caso il cromosoma che ha subito lo scambio diventa dicentrico, di dimensioni doppie e si perde, dando origine ad un mosaico (cromosoma ad anello/monosomia).

Cromosoma dicentrico 
Cromosoma che si ottiene con la fusione di due frammenti di cromosoma recanti ciascuno il centromero: si tratta di cromosoma instabile alla divisione cellulare e suscettibile di rottura nel momento in cui i due centromeri migrano ai poli opposti nella fase della mitosi.

Cromosoma omologo
Ciascuno dei due cromosomi che si appaiano durante la meiosi I. In genere negli organismi diploidi, le coppie di cromosomi omologhi sono formate da cromosomi con lo stesso corredo genico che tuttavia hanno origini diverse, l’uno dalla cellula uovo e l’altro dallo spermatozoo.

Cromosomi sessuali
Cromosomi che contengono le informazioni per la determinazione del sesso e normalmente chiamati X e Y. Nella specie umana, nelle femmine si hanno due cromosomi X, mentre nei maschi si osservano un cromosoma X ed un cromosoma Y.

Crossing over 
Processo responsabile della ricombinazione genetica, il crossing over è uno scambio reciproco di sequenze nucleotidiche che si osserva tra cromosomi omologhi durante la meiosi. Il principale meccanismo ipotizzato per spiegare il fenomeno del crossing over e’ conosciuto come rottura e riunione.

Crossing over ineguale 
Meccanismo responsabile di riarrangiamenti genomici in seguito ad appaiamento errato tra sequenze omologhe, per struttura ma non per posizione di due cromosomi omologhi. L’appaiamento errato può accadere a causa della somiglianza tra corte sequenze di basi, in posizioni non omologhe, o da una preesistente duplicazione genica.

Crossing over somatico 
Crossing over che si verifica nel corso della mitosi di cellule somatiche.

D

Degenerazione del codice genetico 
Si ha degenerazione quando, nel codice genetico, si osservano più codoni o triplette differenti che codificano per uno stesso aminoacido.

Delezione 
Perdita di una parte di genoma di dimensioni variabili: da un singolo nucleotide, ad uno o più geni, oppure ad un segmento di cromosoma (delezione cromosomica). Si ha delezione cromosomica terminale o interstiziale, a seconda se viene perduto un tratto posto all’estremità oppure all’interno del cromosoma.

Denaturazione 
Relativamente agli acidi nucleici, è la transizione che si verifica da una struttura a doppia elica ad uno stato a singolo filamento. Si può ottenere a livello sperimentale con innalzamento di temperatura o trattamento degli acidi nucleici con soluzioni a pH estremo.

Differenziamento cellulare 
Si ha quando le cellule inizialmente identiche (ovvero derivanti da un elemento progenitore comune) mostrano caratteristiche differenziali (morfologiche e funzionali): questo processo si ha durante lo sviluppo embrionale ed è alla base dell’istogenesi e dell’organogenesi; il differenziamento si ha nella vita postnatale con differenziamento in alcuni tessuti (midollo osseo, testicolo, ecc). Gli elementi differenziati hanno un solo destino precedentemente determinato; gli elementi indifferenziati hanno un’ampia gamma di potenzialità.

Diploidia 

Si ha diploidia quando una cellula possiede due corredi completi di cromosomi omologhi (2n), ognuno dei quali corrispondente al corredo aploide (n). Le cellule somatiche umane contengono 46 cromosomi (corredo diploide), ovvero 23 coppie, e ognuna di esse è composta da un cromosoma di origine materna e da uno di origine paterna.

Dizigotico 
Vedi Gemelli dizigotici.

DNA (acido desossiribonucleico) 
Molecola che codifica l’informazione trasmessa ereditariamente; essa è formata da due filamenti composti da desossiribonucleotidi, i quali sono uniti da legami idrogeno fra le coppie di basi complementari affrontate (adenina con timina, citosina con guanina) ed avvolti in senso opposto (antiparallelo) l’uno rispetto all’altro a formare una doppia elica. La replicazione del DNA è semiconservativa, ovvero le due molecole figlie posseggono ciascuna un filamento della molecola madre e uno neosintetizzato. Il DNA costituisce il genoma di tutti gli organismi, esclusi alcuni virus ad RNA. (Vedi anche basi azotate; complementarieta’; doppia elica).

DNA complementare 
DNA a doppia elica sintetizzato a partire da un campione di RNA messaggero maturo. 1) DNA copia (cDNA): molecola di DNA prodotta sullo stampo di un RNA ad opera dell’enzima DNA polimerasi RNA-dipendente o trascrittasi inversa (vedi). Esso può essere convertito in un filamento a doppia elica ad opera della DNA polimerasi, e clonato con le metodiche del DNA ricombinante. 2) Catena di DNA la cui sequenza polinucleotidica è antiparallela e complementare a quella di un’altra catena di DNA.

DNA fingerprinting (tipizzazione del DNA; impronta genetica) 
Tecnica basata sulla analisi dei numerosi loci ipervariabili presenti nel genoma umano: con questa tecnica si ottiene l’impronta genetica, caratteristica di ogni individuo. Un locus ipervariabile, (DNA mini- o microsatellite), è una serie di ripetizioni di una breve sequenza nucleotidica il cui numero varia da allele ad allele, affinché il numero delle ripetizioni presenti nel genoma di ciascun individuo costituisca una particolare caratteristica genetica (l’impronta genetica) di questo. La variabilità’ individuale a livello dei loci (polimorfismi) del DNA mini- e microsatellite viene determinata attraverso PCR (vedi), oppure attraverso digestione con enzimi di restrizione. Il quadro e la lunghezza dei frammenti di restrizione rappresentano una funzione del numero di ripetizioni presenti. L’analisi del numero variabile di ripetizioni in tandem (variable number of tandem repeats, VNTR) è uno dei più importanti mezzi per la tipizzazione del DNA.

DNA polimerasi
Enzima attraverso il quale si ottiene la duplicazione del DNA per incorporazione di desossiribonucleotidi trifosfati in processi di replicazione cellulare, ricombinazione e riparo del DNA.

DNA polimerasi RNA-dipendente 
Vedi Trascrittasi inversa.

DNA ricombinante

Molecola di DNA che viene modificata per mezzo di tecniche dell’ingegneria genetica, allo scopo di contenere una o più sequenze nucleotidiche diverse rispetto alla molecola originaria. Le diverse sequenze polinucleotidiche presenti all’interno di una molecola di DNA ricombinante provengono di sollito da organismi di specie differenti. Le tecniche di DNA ricombinante consentono il taglio di segmenti di DNA dal genoma di una cellula ed il loro successivo inserimento per mezzo di un vettore in altre cellule, che possono replicare il segmento durante la replicazione cellulare. (Vedi anche ingegneria genetica, tecnologia del DNA ricombinante).

DNA ripetitivo
 
Sequenze di DNA ripetute molte volte nel genoma di organismi eucarioti. Classificabili in due categorie, diverse per localizzazione, numero delle ripetizioni e lunghezza del tratto ripetuto: a)sequenze semplici ripetute in tandem o DNA satellite, ricche in adenina e timina, ripetute migliaia di volte in tandem, come le sequenze alfoidi (localizzate nelle regioni centromeriche di tutti i cromosomi) e i minisatelliti; b)sequenze ripetitive disperse, sequenze disperse in tutto il genoma e rintracciabili tra un gene e l’altro, all’interno di un gene o nel mezzo di DNA satellite; esistono elementi corti e altri più lunghi, chiamati rispettivamente SINE e LINE (Short e Long INterspersed Elements). Nell’uomo predominano tra le SINE la famiglia Alu e tra le LINE la famiglia L1.

DNasi (desossiribonucleasi o deossiribonucleasi) 

Enzima che catalizza l’idrolisi del DNA.

Dominante, Carattere
Carattere ereditario espresso fenotipicamente anche negli individui eterozigoti per il gene che lo controlla.

Doppia elica 
Struttura tridimensionale del DNA a doppio filamento, inizialmente proposta da Watson e Crick (1953), formata da due catene polinucleotidiche di DNA conformate ad elica destrorsa, avvolte attorno allo stesso asse per formare la doppia elica. Le due catene sono antiparallele, ovvero i loro legami 3′,5′-fosfodiestere hanno verso opposto. Le basi azotate di ogni filamento si trovano all’interno della doppia elica con i piani molecolari paralleli tra loro e perpendicolari all’asse della molecola. Le basi di una catena sono appaiate, mediante ponti a idrogeno, con quelle dell’altra catena e l’appaiamento è possibile solo per le coppie adenina-timina e guanina-citosina (complementarieta’).

Dose genica 
Numero di copie di un gene che si trovano nel genoma.

Duplicazione 
Si hanno sostanzialmente due tipi di duplicazione. 1) Duplicazione cromosomica: aberrazione cromosomica consistente nella duplicazione di un segmento di un cromosoma, presente due volte nel genoma aploide. 2) Duplicazione genica: duplicazione di un gene o di un suo segmento che si ha soprattutto attraverso crossing over ineguale; porta alla comparsa di due copie di un gene, una delle quali può modificarsi per mutazione,  in un gene differente da quello originario.

E

Effetto di posizione 
Cambiamento di uno o più geni per mezzo di un cambiamento di posizione degli stessi nel genoma, che si può verificare con fenomeni di traslocazione o inversione. Alcuni eventi mutazionali come delezioni, inversioni o traslocazioni possono avvicinare o allontanare sequenze nucleotidiche precedentemente contigue e quindi modificare l’espressione di geni coinvolti in tali riarrangiamenti cromosomici.

Elemento trasponibile 
Vedi Trasposone.

Elettroforesi 
Tecnica che consente di separare molecole dotate di carica elettrica (proteine o acidi nucleici), per mezzo della applicazione di un campo elettrico ad una matrice porosa inerte (ad esempio, poliacrilamide o agarosio).

Emizigosi 
Condizione di un gene presente in singola copia in organismi diploidi.

Enzima di restrizione (o endonucleasi di restrizione) 
Enzima di origine batterica, che può tagliare il DNA in corrispondenza di specifiche sequenze nucleotidiche di riconoscimento (siti di restrizione). Particolarmente impiegato nella tecnologia del DNA ricombinante.

Eredità citoplasmatica 
Modalità di trasmissione ereditaria di tipo materno, propria dei caratteri controllati dal genoma mitocondriale (vedi mitocondrio).

Eredità mendeliana 
Modalità di trasmissione ereditaria dei caratteri controllati da un solo locus, per i quali valgono le leggi di Mendel.

Esone 
In un gene discontinuo, la porzione di un gene (eucariotico o di archeobatteri) che viene trascritta dalle RNA polimerasi. Si tratta di un segmento di DNA genomico che si ritrova nell’mRNA maturo (vedi anche splicing).

Esonucleasi 
Enzima idrolitico che divide le molecole di acidi nucleici in corrispondenza delle loro estremità.

Espressione 
Manifestazione fenotipica dell’azione di un gene.

Espressività 
Intensità della manifestazione fenotipica di un gene in un determinato individuo, che viene presa in considerazione in base al fenotipo normale e quindi misurata in termini qualitativi o quantitativi. Essa può dipendere da età, sesso del soggetto, effetti ambientali ed effetti dovuti all’espressione di altri geni.

Eterocromatina 
Stato della cromatina, rappresentato da sequenze ripetute condensate ed intensamente osservabili mediante coloranti basici. Essa può essere di diverso tipo, ovvero: a) costitutiva (tipica dei centromeri), che si presenta costantemente in un dato organismo, a prescindere dal tipo di cellula e dal livello di attività trascrizionale di questa; b)facoltativa, che può acquisire i caratteri dell’eucromatina in base al tipo di cellula e del suo stadio differenziativo.

Eterogeneità genetica 
I geni diversi sono responsabili di fenotipi simili. Si divide in: eterogeneità allelica quando si hanno mutazioni diverse a carico dello stesso locus; eterogeneità di locus quando le mutazioni sono a carico di loci diversi.

Eterozigote 
Portatore di due alleli diversi per un dato gene allo stesso locus sui due cromosomi omologhi.

Eucariote 
Cellula o organismo animale o vegetale caratterizzati da una netta delimitazione tra nucleo e citoplasma. Il genoma è suddiviso in cromosomi contenuti nel nucleo ed in quelli separati dal citoplasma dalla membrana nucleare; i geni possono essere intercalati da sequenze nucleotidiche non codificanti (introni); vi sono tre differenti RNA polimerasi, ciascuna con diverse specificità trascrizioni; il citoplasma contiene diversi organelli delimitati da membrane, alcuni dei quali (mitocondri e cloroplasti) possono avere genomi e sistemi di espressione propri.

Eucromatina 
Si ha quando la cromatina contiene una quantità maggiore di proteine non istoniche ed è formata da DNA scarsamente ripetitivo ed attivamente trascritto. Quando i cromosomi sono in metafase, essa è ben evidenziabile per mezzo di coloranti basici.

Euploidia

Si ha euploidia quando una cellula è caratterizzata da un numero di cromosomi corrispondente ad un multiplo esatto del corredo aploide (2n, 3n, 4n, ecc.).

F

Fase di lettura 
Sequenza mediante la quale si effettua la lettura del set di triplette nucleotidiche che sono alla base della formazione di una molecola di DNA.

Fase di lettura aperta (Open Reading-Frame) 
Fase di lettura non interrotta da codoni di stop.

Fattori di suscettibilità
Insieme di fattori che possono determinare la suscettibilità ad una data patologia, che può pertanto insorgere a causa di diversi fattori concomitanti (per causa, quindi, multifattoriale).

Fenotipo 
Spesso usato in associazione al termine genotipo, esso è l’insieme di tutte le caratteristiche osservabili di un organismo vivente, come morfologia, sviluppo, proprietà biochimiche e fisiologiche comprensive del comportamento e modulate dall’ambiente.

Fuso mitotico 

Struttura formata da microtubuli che si forma all’inizio di ogni divisione cellulare e si disgrega alla fine della mitosi. È alla base dell’orientamento dei cromosomi della successiva distribuzione nelle due cellule figlie.
G

Gamete 
Cellula sessuale (di tipo riproduttivo, che può essere pertanto uovo o spermatozoo) con corredo cromosomico aploide. Consiste nel prodotto finale della gametogenesi (che si distingue in spermatogenesi per il maschio, ed ovogenesi per femmina). Dal punto di vista riproduttivo, nella fecondazione si ha l’unione del gamete maschile (spermatozoo) con il gamete femminile (cellula uovo) per dare origine ad uno zigote diploide destinato a svilupparsi in un nuovo individuo.

Gemelli dizigotici
Gemelli che hanno origine dalla fecondazione di due cellule uovo da parte di due differenti spermatozoi. Dal punto di vista genetico essi hanno lo stesso rapporto che sussiste tra fratelli o sorelle.

Gemelli monozigotici (identici, uniovulari)
Gemelli che nascono da un unico zigote per mezzo della divisione dell’embrione in uno stadio precoce del suo sviluppo. Poiché hanno origine in un singolo uovo fecondato, sono identici a livello genetico e, pertanto, hanno lo stesso sesso.

Gene
Unità ereditaria situata nei cromosomi, che controlla lo sviluppo di un carattere o fenotipo trasmettendo le informazioni da una generazione alla successiva. Un gene occupa una posizione definita e fissa (locus) su un particolare cromosoma. Da un punto di vista biochimico, il gene è composto da una sequenza codificante e regolativa, ed è una sequenza polinucleotidica di DNA.

Gene continuo
Gene in cui tutta la sequenza del DNA codifica la proteina corrispondente, come ad esempio accade nei geni degli organismi procarioti.

Gene discontinuo
Nel gene discontinuo si ha una interruzione della sequenza di DNA da parte di uno o più segmenti polinucleotidici che non codificano alcuna proteina (introni). I segmenti di DNA trascritti nell’RNA messaggero, utilizzato per la sintesi della proteina codificata, sono noti come esoni. I geni degli eucarioti sono un esempio di gene discontinuo.

Geni oncosoppressori
Geni coinvolti nel controllo della proliferazione cellulare che hanno la funzione di modulare negativamente l’espressione dei proto-oncogeni. L’inattivazione, per mutazione o delezione, di entrambi gli alleli di un oncosoppressore è alla base della rimozione dei segnali negativi per la proliferazione e dell’espressione incontrollata dei proto-oncogeni, che genera il fenotipo tumorale.

Genetica
Lo studio della genesi delle forme degli esseri viventi e della loro riproduzione: il termine è stato da William Bateson nel 1906. Oggi si usa il termine genetica per indicare un ramo delle scienze naturali che studia la struttura e la funzione dei geni, i loro caratteri, le modalità della loro trasmissione e la loro distribuzione all’interno di gruppi di popolazione.

Genetica di popolazione
Ramo della genetica che ha per oggetto lo studio dei genomi delle popolazioni, la frequenza e la distribuzione dei geni nelle popolazioni, ed i fattori che sono alla base del cambiamento delle frequenze geniche.

Genetica inversa (reverse genetics)
Modalità di analisi genetica che procede con percorso inverso rispetto alla genetica classica, ovvero dal gene al fenotipo.

Genetica medica
Ha per oggetto studio, diagnosi trattamento delle malattie ereditarie o di malattie almeno in parte causate da anomalie genetiche.

Genetica molecolare
Analisi genetica condotta a livello molecolare.

Genetica umana
Termine utilizzato per indicare la genetica dell’uomo, che fa riferimento ad obiettivi di interesse clinico e variazioni fisiologiche del fenotipo.

Genoma
Patrimonio genetico completo di un individuo.

Genoteche (o librerie)
Collezione di frammenti di DNA di varie dimensioni, che indicano l’intero genoma di un organismo (genoteche genomiche), le sequenze nucleotidiche relative ad un unico cromosoma (genoteche cromosomiche) o la copia degli RNA messaggeri presenti in un certo tipo cellulare o tissutale (genoteche di cDNA). Tali frammenti di DNA sono inseriti in vettori (plasmidi, plasmidi P, batteriofagi, cromosomi artificiali di lievito).

Genotipo
Formazione genica di un individuo, (indica gli alleli presenti ad ogni particolare locus).

Genotossico
Agente tossico e dannoso per il DNA.

H

Home brew
Reagenti, talvolta in combinazione tra essi, preparati in un laboratorio oppure acquistati ma comunque utilizzati per test clinici.

Hot spot
Regione di DNA in cui la frequenza di ricombinazione o di mutazione è maggiore rispetto alla frequenza media di regioni con grandezza simile.
I

Ibridazione in situ 
Tecnica citogenetica utilizzata per rilevare sequenze di acidi nucleici su cromosomi, nuclei e citoplasma. Essa fa uso di specifiche sonde(che possono essere cromosoma-specifiche, e quindi possono evidenziare l’intero cromosoma detto painting cromosomico, specifiche regioni di cromosoma) che si legano in modo selettivo ad alcune specifiche regioni del cromosoma. Si ha l’ibridazione in situ a fluorescenza (FISH) quando le sonde sono marcate con fluorocromi. Essa è la tecnica più diretta per ottenere il mappaggio genico, perché indica facilmente la posizione sui cromosomi di qualunque gene clonato. Si hanno, poi, la caratterizzazione di duplicazioni, microdelezioni, traslocazioni, e la individuazione di anomalie cromosomiche numeriche sui nuclei in interfase.

Idiogramma 
Rappresentazione del cariotipo di un individuo in cui le coppie di cromosomi omologhi sono disposte in ordine di grandezza decrescente.

Incidenza 
Indica il rapporto esistente tra il numero di individui che, in una popolazione ed in un periodo di tempo dati, sviluppano una certa malattia e il numero totale di individui della popolazione che sono considerati a rischio di contrarre la malattia. Essa fornisce anche l’andamento di una malattia in una popolazione.

Ingegneria genetica 
Insieme di strumenti, tecniche e conoscenze che si possono utilizzare per ottenere la manipolazione dei geni di organismi procarioti ed eucarioti ed il loro successivo inserimento in altri organismi in cui sono normalmente assenti, ma in condizioni di svolgere le loro funzioni. Si fa uso dell’ingegneria genetica nel cso della produzione di vaccini ed anticorpi monoclonali, nell’inserzione nel genoma di procarioti di geni che codificano per la sintesi di sostanze quali antibiotici, ormoni, ecc. (vedi anche DNA ricombinante, ingegneria genetica).

Inserto 
In ingegneria genetica, è il segmento di DNA estraneo che viene introdotto in un vettore.

Integrazione 
Inserzione di un frammento di DNA virale o di altro tipo in un genoma ospite covalentemente unito, ad entrambi i lati, alle sequenze nucleotidiche dell’ospite.

Interfase 
Periodo del ciclo cellulare che si ha in due divisioni mitotiche. È suddivisa in tre periodi successivi chiamati G1, S, G2: la fase S indica la sintesi del DNA che verrà ripartito in un secondo momento tra le due cellule figlie nel processo di mitosi (vedi Ciclo cellulare).

Introne

Segmento non codificante di un gene, che viene inizialmente trascritto in RNA, ed in una fase successiva viene rimosso dal trascritto primario mediante il processo di splicing.

Inversione 
Ha origine da due rotture sul cromosoma, ed è una mutazione cromosomica che può essere pericentromerica quando comprende la regione del centromero e le rotture si verificano sul braccio corto e sul braccio lungo del cromosoma; l’inversione si dice paracentromeriche se le rotture non comprendono la regione del centromero e si verificano sullo stesso braccio cromosomico.

Istone
 
Proteina basica che costituisce l’unità attorno alla quale il DNA si avvolge dando vita al nucleosoma, che è alla base della formazione dei cromosomi eucariotici.

K

Kb 
Indica l’unità di misura detta Kilobase, che corrisponde a 1000 coppie di basi azotate di DNA o 1000 basi di RNA.

L

Linea germinale
 
indica sequenza o serie di cellule germinali dotate di materiale genetico che può essere trasmesso ad un discendente, a partire dai precursori germinali fino ai gameti maturi, spermatozoi e cellule uovo.

Linkage 

Indica la tendenza di due geni ad essere ereditati insieme come risultato della loro collocazione sullo stesso cromosoma, e viene misurato come percentuale di ricombinazione fra due loci.

Linkage disequilibrium (associazione gametica preferenziale) 
Indica un fenomeno che coinvolge loci strettamente legati tra loro, motivo per cui le ricombinazioni avvengono molto raramente. Si tratta, infatti, di particolari combinazioni di alleli a due o più loci concatenati che tendono a trovarsi insieme sullo stesso cromosoma in maniera più frequente di quanto ci si attenda per caso.

Locus genico
Indica la posizione occupata da uno specifico gene o da uno dei suoi alleli in ognuno dei due cromosomi omologhi, i quali contengono serie identiche di loci genici disposti nel medesimo ordine. Quando su un dato locus vi sono più forme alternative (alleli) le quali hanno, nella popolazione, una frequenza apprezzabile (per convenzione almeno 1%), quel locus viene definito polimorfico.
M

Malattia Mendeliana o da singolo gene

Indica una malattia dovuta alla mutazione di uno o più alleli la cui ereditarietà segue le leggi di Mendel. Questa malattia può essere di diverso tipo: autosomica dominante, recessiva, oppure legata ai cromosomi del sesso.

Mappa di restrizione
è la mappa di una sequenza di DNA che indica la localizzazione dei siti di restrizione; questa mappa può essere predetta in base alla sequenza di un frammento noto di DNA, in quanto gli enzimi sono specifici sia nelle caratteristiche che nelle modalità di taglio.

Mappa fisica
Indica uno schema che rappresenta la posizione reciproca dei geni o dei marcatori genetici in un cromosoma: questa posizione viene ottenuta per mezzo della misurazione diretta della distanza in paia di basi (bp) di DNA genomico, basata su su analisi di citogenetica (ovvero, distanze fra bande cromosomiche) o su analisi molecolari (ovvero, mappe di restrizione).

Mappa genetica 
Indica la mappa delle posizioni dei geni o dei marcatori genetici lungo un cromosoma, con le corrispondenti espresse in centimorgan. La misurazione della distanza tra i geni avviene attraverso il linkage, facendo uso delle frequenze di ricombinazione genica.

Marcatore 
Rappresenta l’elemento di identificazione o di riferimento (gene, enzima, determinante antigenico, locus polimorfico, ecc.) di cui si studia la modalità di trasmissione.

Meiosi 
Rappresenta il fenomeno secondo il quale avviene la divisione cellulare tipica degli organismi a riproduzione sessuata, solo a livello delle cellule germinali. In questo processo si ha la realizzazione della ricombinazione genetica e la divisione riduzionale di una cellula germinale immatura diploide (2n) a formare quattro gameti immaturi aploidi (n).

Metacentrico (cromosoma) 
Si tratta di un cromosoma con centromero in posizione mediana.

Metafase 
Indica la fase intermedia del ciclo mitotico e meiotico, nel corso della quale avviene il dissolvimento della membrana nucleare, ed i cromosomi si allineano sul piano equatoriale della cellula con i centromeri uniti alle fibre del fuso e i cromatidi pronti a migrare ai due poli del fuso.

Metilazione del DNA 
Legame covalente di gruppi metilici alle basi azotate del DNA. Negli eucarioti si ha la metilazione delle citosine, legata a ridotti livelli di trascrizione dei geni; nei procarioti, si aggiunge anche la metilazione a livello di alcune adenine, volta a proteggere il batterico dall’azione delle sue stesse endonucleasi di restrizione.

Mitocondri
Sono strutture semiautonome – contengono un proprio genoma e ribosomi, e sono in grado di effettuare la sintesi proteica – che indicano gli organelli delimitati da una doppia membrana fosfolipidica, presenti nel citoplasma di tutte le cellule eucariotiche e deputati ad attuare le trasformazioni energetiche della cellula. I Polimorfismi del DNA mitocondriale sono particolarmente utili in genetica di popolazione.

Mitosi 
Indica il processo attraverso il quale si ha la divisione nucleare di tutte le cellule eucariotiche, mediante il quale il numero dei cromosomi caratteristico della specie viene mantenuto costante durante le successive divisioni delle cellule. Le fasi principali della mitosi sono: profase, metafase, anafase e telofase.

Monosomia 
Tipo di aneuploidia che indica l’assenza, in un organismo diploide, di un elemento in una coppia di cromosomi omologhi (2n -1) e, quindi, nella presenza del cromosoma omologo spaiato (per es. la sindrome di Turner nell’uomo, 45 X0).

Mosaico 
Indica un organismo formato da due o più popolazioni di cellule differenti dal punto di vista genetico.

Mutageno

Indica un agente chimico o fisico che aumenta il tasso di mutazione causando modificazioni permanenti nel DNA.

Mutazione 

Si tratta di un fenomeno di cambiamento di tipo permanente nella sequenza nucleotidica del DNA, che ha la possibilità di esercitare un’influenza sul fenotipo. Le mutazioni sono classificate come mutazioni spontanee, nel caso in cui esse insorgano in assenza di agenti mutageni, o indotte, se dovute all’azione di agenti chimici, fisici o biologici; le mutazioni germinali colpiscono i gameti e possono essere trasmesse alla prole, mentre le mutazioni somatiche colpiscono le cellule somatiche. In base all’effetto fenotipico, possono essere letali, quando l’organismo che ne è colpito muore prima ancora di aver raggiunto l’età riproduttiva, subletali o deleterie, neutre, se non si conosce un effetto di danno o di vantaggio genetico, e vantaggiose. Negli organismi diploidi le mutazioni possono essere dominanti o recessive, in base al loro effetto; mentre, in base alla topologia e all’estensione le mutazioni possono essere: geniche (es. mutazioni puntiformi, inserzioni e delezioni intrageniche), cromosomiche (es. delezioni, inversioni, traslocazioni) e genomiche (es. monosomie, trisomie).

Mutazione missenso (missense)

Indica la sostituzione di una singola base del DNA che causa la comparsa di una tripletta, codificante un aminoacido diverso da quello codificato dalla tripletta originale.

Mutazione di sfasamento del registro di lettura (frameshift)

Rappresenta una mutazione formata dalla delezione o inserzione di un numero di coppie di basi (bp) che, non essendo un multiplo di 3, altera il registro con cui vengono letti i codoni di un gene.

Mutazione germinale 
È la mutazione che riguarda gli spermatozoi o la cellula uovo di un individuo: essa può essere trasmessa alla prole. Se questa mutazione si verifica per la prima volta, non vi saranno portatori né storia clinica nella famiglia interessata; viceversa, quando la discendenza è stata trasmessa, le mutazioni germinali saranno presenti in tutte le cellule della prole, incluse le cellule della linea germinale, e possono essere trasmesse alle generazioni successive, a meno che non interferiscano con la riproduzione.

Mutazione non senso 
Indica una mutazione nella sequenza nucleotidica in cui il cambio di uno o più nucleotidi, una inserzione o una delezione, determinano la terminazione prematura della traduzione di un mRNA in seguito alla comparsa, nella corretta fase di lettura, di uno o più codoni di terminazione (UAA, UAG, UGA).

Mutazione puntiforme 
Indica la mutazione che consiste in un’alterazione (ovvero sostituzione, delezione oppure inserzione) di una singola coppia di basi del DNA.

Mutazione somatica 
Rappresenta la mutazione a livello del DNA di una qualunque cellula del corpo (cellule somatiche), a parte le cellule della linea germinale. Non è una mutazione trasmessa alla discendenza. Se l’elemento interessato dalla mutazione è una cellula in grado di dividersi, essa viene trasmessa a tutte le cellule figlie per mitosi. In questo caso l’organismo diviene un mosaico, ovvero un organismo formato da una popolazione di cellule normali ed una di cellule mutate.

Mutazione spontanea 
Rappresenta una mutazione che compare spontaneamente (ovvero in assenza di mutageni) in un organismo, comunemente dovuta ad errori nei processi di replicazione, ricombinazione o riparo del DNA.

N

Non-disgiunzione 
Indica una anomalia che si verifica durante la fase della divisione cellulare nella segregazione dei cromosomi, i quali rimangono uniti e, durante l’anafase migrano verso lo stesso polo in modo da passare entrambi alla stessa cellula figlia, mentre l’altra cellula non riceve alcun cromosoma. Il fatto che non si verifichi una separazione si osserva in particolare durante la divisione mitotica ma soprattutto, in maniera più frequente, durante la meiosi. Il fenomeno di non-disgiunzione delle cellule germinali comportal’insorgenza di una trisomia o di una monosomia nell’individuo portatore, mentre se non la non-disgiunzione riguarda le cellule somatiche, essa può causare mosaici con cellule normali, trisomiche o monosomiche.

Northern blot 
Indica una tecnica di biologia molecolare attraverso cui molecole di RNA, separate elettroforeticamente, vengono trasferite da un gel di agarosio ad una membrana (in genere è una membrana di nitrocellulosa o di nylon). L’RNA e’ successivamente ibridato con una specifica sonda marcata che evidenzia l’RNA di interesse. Essa consente di ottenere l’analisi dell’RNA, ad esempio stabilendo l’avvenuta trascrizione (presenza o assenza, lunghezza e quantita’ dell’RNA).

Nucleoside 
Indica la base purinica (adenina, guanina) o pirimidinica (citosina, timina o uracile nell’RNA) legata covalentemente ad una molecola di pentosio (desossiribosio nel DNA, ribosio nell’RNA).

Nucleosoma 
Rappresenta l’unità strutturale della cromatina eucariotica, formata da un nucleo centrale di otto molecole di istoni attorno al quale si avvolge un segmento di DNA (di circa 148 coppie di basi).

Nucleotide
 
Indica l’unitò di base degli acidi nucleici (DNA e RNA) costituita da una base purinica (adenina e guanina) o pirimidinica (citosina, timina o uracile nell’RNA), un pentosio (desossiribosio nel DNA, ribosio nell’RNA) ed un gruppo fosfato.
O

Odd 
Indica il rapporto tra la probabilità di essere malato o portatore di un fattore di rischio e il suo complemento a 1.

Odd Ratio
Rappresenta la misura epidemiologica che si utilizza nello studio caso-controllo, per indicare il grado di associazione fra un fattore di rischio ed una specifica malattia. Il calcolo avviene per mezzo della tabella di contigenza come rapporto tra gli odds di prevalenza del fattore di rischio tra i casi (malati o morti) con gli stessi odds osservati tra i controlli.

Oligonucleotide 
Utilizzato come sonda in esperimenti di genetica molecolare e di diagnostica, l’oligonucleotide è una sequenza di DNA a singolo filamento, di lunghezza limitata a qualche decina di nucleotidi e sintetizzato per mezzo di apparecchiature computerizzate.

Omozigote 
Indica un Individuo che porta due alleli identici di un determinato gene allo stesso locus sui due cromosomi omologhi.

Origine di replicazione
Indica un complesso meccanismo per mezzo del quale viene iniziata la replicazione del DNA.

P


PCR (polymerase chain reaction, reazione a catena della polimerasi)
Rappresenta una tecnica di biologia molecolare che viene usata per amplificare, in breve tempo, tratti specifici di DNA, a patto che se ne conosca la sequenza. Essa ha origine dai cicli di denaturazione e riassociazione, amplificando di oltre 10 milioni di volte il numero di copie della sequenza di DNA bersaglio.

Penetranza 
Indica l’espressione o non espressione di un fenotipo. Si dice penetranza completa (100%) quando si esprime sempre il fenotipo corrispondente al genotipo, mentre la penetranza incompleta o ridotta, indica l’espressione fenotipica di grado variabile.

Peptide 

Indica la catena di aminoacidi legati tra loro per mezzo del gruppo aminico (-NH2) di un aminoacido con il gruppo carbossilico (-COOH) di un altro, attraverso un legame detto legame peptidico (-NH-CO-).

Plasmide 
Spesso utilizzato in ingegneria genetica come vettori di clonazione, indica l’elemento genetico extracromosomico che si trova in cellule batteriche, ed ha la potenzialità di replicare indipendentemente dal DNA dell’ospite. Di solito p formato da da molecole circolari di DNA a doppia elica e contiene geni per la resistenza agli antibiotici.
Polimorfismo genetico 
Rappresenta il carattere presente nella popolazione con più di un fenotipo. Per definizione, la frequenza dell’allele raro deve essere almeno dell’1-2%; se essa è inferiore a questo valore, non si parla di polimorfismo ma di varianti genetiche rare.

Poliploidia 
È la condizione caratterizzata dalla presenza di un numero di cromosomi superiore al valore diploide nella cellula. Il numero corrisponde a un multiplo esatto del corredo aploide (es. 3n = corredo triploide, 4n = corredo tetraploide, ecc.).

Portatore
È l’individuo eterozigote per un gene recessivo che può essere trasmesso ai figli senza mostrare manifestazioni a livello fenotipico.

Predisposizione genetica 
Indica maggiore o aumentata suscettibilità a sviluppare una patologia, spesso associata anche a specifiche condizioni ambientali, ma dipendente dal genotipo ad uno o più loci.

Prevalenza 
In epidemiologia, indica il rapporto tra il numero di persone, che in una popolazione sono affette da una certa malattia in un determinato intervallo o punto temporale, e il numero totale di persone della popolazione considerata. A differenza dell’incidenza, la prevalenza fornisce tutti i casi di malattia, vecchi e nuovi, e rappresenta un valido indicatore sanitario per le patologie croniche a lungo decorso.

Probando (proposito, caso indice) 
Indica un individuo con specifico fenotipo da cui viene identificata una famiglia con determinate caratteristiche genetiche.

Procarioti 

Sono gli organismi che mancano di membrana nucleare, con DNA circolare privo di proteine basiche, delimitati da una parete rigida che contiene particolari strutture glicoproteiche, dette peptidoglicani.

Prodotto genico
È RNA messagero o proteina codificata da uno specifico gene.

Profase
Indica lo stadio precoce della divisione nucleare, mitotica e meiotica: in questa fase i cromosomi si condensano e diventano visibili all’interno dell’involucro nucleare. Nel corso della profase meiotica, molto più complessa (infatti è suddivisa in cinque fasi, ovvero leptotene, zigotene, pachitene, diplotene, diacinesi), ha luogo l’appaiamento dei cromosomi omologhi.

Progetto Genoma Umano (Human Genome Project)
Inziato nel 1990, il progetto fonda le sue basi su una collaborazione scientifica a livello internazionale (Unione Europea, USA, Giappone) volta a coordinare tutte le conoscenze sul materiale genetico sin qui acquisite. Il suo obiettivo finale consiste nel codificare tutti gli oltre 80.000 geni umani e di renderli “accessibili” per i futuri studi biologici. Il termine del sequenziamento e’ stato fissato entro il 2003. Ad oggi il Progetto Genoma e’ ulteriormente integrato dal Progetto Variazione del Genoma Umano (Human Genome Diversity Project) che ha come scopo lo studio della variazione genetica nella specie umana. A causa di alcune preoccupazioni che riguardano in particolare le conseguenze negative a livello sociale o legislativo dell’utilizzo dei risultati, sono state adottate, nel 1996, le raccomandazioni della Human Genome Organization (HUGO), riguardanti in particolare la competenza scientifica, la comunicazione dei risultati, la possibilità di completa consultazione, il consenso informato, la riservatezza dell’informazione genetica, la collaborazione ed il conflitto di interessi.

Promotori
Sono le sequenze nucleotidiche conservate, presenti a monte (5′) di ogni gene espresso, che interagiscono con la RNA polimerasi e sono la sede del sito di inizio della sintesi dell’RNA messaggero. Essi contengono sequenze denominate TATA box, che determinano l’esatto sito di inizio della trascrizione. Un’altra sequenza importante e’ quella CAAT, sito di riconoscimento per la RNA polimerasi.

Proteina

Indica il polimero organico di elevato peso molecolare e struttura complessa, formato da una sequenza di aminoacidi legati tra loro con legami peptidici. L’organismo umano ha bisogno di 20 amminoacidi per la sintesi delle proteine, ma è in grado di produrne solo 13, noti come amminoacidi non essenziali.

Proto-oncogeni 
Sono dei geni presenti nelle cellule eucariotiche, altamente conservati durante l’evoluzione e coinvolti nella regolazione della proliferazione e differenziamento cellulare; quando questi geni normali vengono alterati attraverso amplificazione, mutamento, o sovraespressione, possono dare vita ad oncogeni attivati, in grado di causare trasformazione neoplastica.

Pseudogeni 
Sono le sequenze di DNA che hanno acquisito una o più mutazioni nel corso dell’evoluzione e per questo sono diventati incapaci di produrre una proteina.

R

Reazione a catena della polimerasi 
Vedi PCR.

Recessivo 
Si dice carattere recessivo un carattere ereditario espresso solo negli individui omozigoti per il gene che lo controlla.

Replicazione semi-conservativa 
Indica il meccanismo di replicazione del DNA a doppia elica: ciascuna delle due doppie eliche neoformate contiene un filamento che ha origine dalla doppia elica parentale e un filamento neosintetizzato, complementare al primo.

Retrotrascrizione 
Indica il processo di trascrizione dell’RNA in DNA complementare ad opera dell’enzima trascrittasi inversa.

Retrotrasposone 
Indica frammento di DNA capace di trascriversi autonomamente in un intermedio ad RNA e di integrarsi nel genoma con un meccanismo che implica un processo di trascrizione inversa.

Retrovirus 
Indica un virus ad RNA, il cui genoma e’ costituito da RNA a singolo filamento formato da una sequenza regolativa (LTR), i geni (GAG) per le proteine strutturali, il gene (POL) per la trascrittasi inversa, i geni (ENV) per le glicoproteine di superficie ed un’altra sequenza regolativa (LTR). Quando le particelle virali penetrano nella cellula, la trascrittasi inversa produce DNA copia dell’RNA del genoma virale. Questo la induce a produrre RNA e proteine necessari per l’assemblaggio di nuove particelle virali.

Riarrangiamento cromosomico 
Indica l’aberrazione cromosomica che origina da una o più rotture del cromosoma. Si parla di riarrangiamento intracromosomico se coinvolge lo stesso cromosoma; riarrangiamento intercromosomico se i cromosomi sono diversi.

Ribosomi 
Sono particelle cellulari submicroscopiche costituite da RNA ribosomiale (rRNA) e proteine, che hanno il compito di dirigere le fasi del processo di sintesi delle proteine attraverso la coordinazione dell’interazione tra RNA messaggero, RNA transfer ed altri cofattori proteici.

Ricombinante 
Un organismo è detto ricombinante quando è andato incontro a ricombinazione. Può essere un organismo, una cellula oppure un locus genico.

Ricombinazione 
Indica il processo che comporta, nella progenie, la comparsa di combinazioni di geni non presenti in nessuno dei due genitori. Il processo può avere luogo con il crossing-over o per mezzo di assortimento indipendente dei geni presenti sui cromosomi durante la gametogenesi, o ancora durante la successiva riunione casuale dei differenti tipi di gameti formati nella fecondazione. Si ha ricombinazione genica, se il frammento di cromosoma è sostituito con un frammento equivalente di un cromosoma omologo; ricombinazione mitotica, quando proviene da crossing-over somatico.

Ricombinazione non omologa 
Indica ricombinazione genetica tra sequenze di DNA non omologhe.

Ricombinazione omologa 
Indica ricombinazione genetica tra sequenze di DNA omologhe.

Ricombinazione sito-specifica
Indica il processo di ricombinazione tra due sequenze specifiche non necessariamente omologhe.

Riparazione del DNA 
Indica il processo di correzione dei danni alla doppia elica del DNA, che possono essere provocati da agenti chimici o fisici, oppure errori avvenuti nella fase di replicazione. Essa può dare luogo al ripristino dell’informazione corretta, oppure al raggiungimento di una mutazione.

Rischio attribuibile
In epidemiologia esso può indicare due significati: a) il rischio attribuibile negli esposti è dato dalla differenza fra l’incidenza della patologia nei soggetti esposti al fattore di rischio e l’incidenza della stessa nei non esposti (A/A+B)-(C/C+D); b) il rischio attribuibile di popolazione indica la frazione dell’incidenza totale della patologia in una popolazione che e’ dovuta al fattore di rischio oppure è ad esso associata.

Rischio relativo
In epidemiologia, indica la misura dell’associazione tra fattore di rischio e malattia

RNA (acido ribonucleico) 
Indica acido nucleico a singolo o a doppio filamento, biochimicamente composto similmente al DNA ma con un ribosio al posto del desossiribosio, e uracile al posto della timina. La differenziazione dei tipi di RNA si ha in base alla funzione: RNA eterogeneo nucleare (hnRNA), RNA messaggero (mRNA), RNA ribosomiale (rRNA), RNA nucleare piccolo (snRNA) e RNA transfer (tRNA), coinvolte nei processi di trascrizione, traduzione e sintesi di nuove proteine codificate dal DNA.

RNA eterogeneo nucleare (hnRNA) 
Indica una lunga molecola di RNA a singolo filamento, che forma il prodotto primario della trascrizione (trascritto primario) nel nucleo cellulare degli Eucarioti.

RNA messaggero (mRNA) 
Rappresenta il prodotto di trascrizione di un gene che trasporta dal DNA al citoplasma l’informazione che codifica la sequenza di una particolare catena polipeptidica. Negli eucarioti, l’mRNA differisce dal trascritto iniziale, a causa della eliminazione di determinate sequenze non codificanti (splicing). L’ mRNA maturo, a livello ribosomiale, funge da matrice per il processo di traduzione, in cui viene sintetizzata la catena polipeptidica.

RNA nucleare piccolo (small nuclear RNA, snRNA) 
Si trova nel nucleo delle cellule eucariotiche.

RNA polimerasi 
Sono gli enzimi che catalizzano la biosintesi di molecole di RNA a partire dai singoli nucleotidi trifosfati, con liberazione di pirofosfato inorganico. La biosintesi dell’RNA può avvenire su uno stampo di DNA (RNA-polimerasi DNA-dipendente) o di RNA (RNA-polimerasi RNA-dipendente).

RNA ribosomiale (rRNA) 
Rappresenta l’acido ribonucleico a singolo filamento presente nei ribosomi, dove svolge strutturali e catalitiche; inoltre, esso ha un ruolo importante nella biosintesi proteica, anche se non è stato ancora del tutto chiarito.

RNA transfer (tRNA) 
L’RNA transfer è una piccola catena di RNA (costituita da circa 70-90 nucleotidi[1]) che trasferisce un aminoacidi di una catena polipeptidica in crescita ai ribosomi.

S

Screening genetico
Indica un tipo di diagnosi utile all’identificazione, nella popolazione, di soggetti ad elevato rischio per una particolare malattia o per un’eventuale trasmissione alla discendenza.

Sensibilità analitica di un test 
indica la possibilità di valutare il ‘falso negativo’ per mezzo della percentuale di campioni positivi al test sul totale dei campioni.

Sensibilità clinica di un test 
Indica la possibilità di positività del test in individui con la patologia in esame.

Sensibilità di un test 
Misura di accuratezza data dalla proporzione di persone realmente malate che vengono riconosciute tali dal test, e che viene calcolata dal rapporto tra veri positivi ed il totale degli individui realmente malati.

Sequenziamento del DNA 
Determinazione della sequenza per mezzo della quale i vari nucleotidi si susseguono in una molecola di DNA.

SNP

Indica una variante genetica che consiste nell’alterazione di una singola “lettera” o base del DNA, ad esempio GGT anziché GCT.

Sonda (probe)
Indica la sequenza di DNA o RNA marcata con un isotopo radioattivo o in maniera non radioattiva, che viene usata per riconoscere la presenza di una sequenza con ibridazione molecolare.

Southern blot

Indica una tecnica di biologia molecolare con cui frammenti di DNA vengono separati elettroforeticamente su gel di agarosio e trasferiti ad una membrana; successivamente, avviene ibridazione con una sonda marcata che evidenzia le sequenze di interesse.

Specificità analitica di un test 
Indica la valutazione dei risultati ‘falsi positivi’.

Specificità clinica di un test 
Indica la probabilità che il test sia negativo in individui senza la patologia in esame.

Specificità di un test
Rappresenta la misura che indica la proporzione di individui realmente sani, riconosciuti tali dal test, e che è calcolata in base al rapporto tra veri negativi riconosciuti come tali ed il totale degli individui realmente sani.

Splicing dell’RNA 

Rappresenta una fase di maturazione delle molecole di RNA negli eucarioti, che ha luogo con la Consiste rimozione degli introni e la saldatura dei tratti di RNA corrispondenti agli esoni (vedi).

Stress ossidativo

Si ha stress ossidativo quando l’ambiente interno alle cellule diventa altamente “ossidato”, contenendo molecole reattive e instabili, in particolare molecole di ossigeno.
V

Vagina

Parte del corpo femminile che connette l’utero con l’esterno e costituisce il canale della nascita.

Validità analitica
 
Indica la sensibilità o specificità analitica di un test.

Validità clinica 
Indica la sensibilità clinica, la specificità ed il valore predittivo di un test nei confronti di una malattia.

Valore predittivo 
In un test, è la percentuale dei positivi al test che sono veri positivi o la percentuale di persone con test negativo che sono veri negativi. Il valore predittivo è determinato anche dalla probabilità a priori di essere portatori della malattia.

Variabilità 
Indica l’insieme delle differenze fenotipiche più o meno marcate ed esistenti tra gli individui di una stessa specie, animale o vegetale, con l’esclusione di quelle correlate al sesso o dipendenti da momenti diversi del ciclo vitale.

Variante 

Presenza di uno o più caratteri differenti da quelli tipici del gruppo di appartenenza o specie.

Vitamine
Sono molecole organiche essenziali per il metabolismo, la crescita, lo sviluppo e la regolazione del funzionamento delle cellule degli esseri viventi.

Vettore 
Indica un elemento di DNA con capacità di replicazione autonoma, in cui e’ stato inserito del DNA estraneo (inserto). Un vettore deve contenere uno o più siti di restrizione, geni che conferiscano un qualche carattere fenotipico alle cellule destinate a ospitarlo (formazione di placche, resistenza ad un antibiotico o ad un farmaco, ecc.) ed essere capace di replicazione autonoma in tali cellule.

X

XX
Indica i comuni cromosomi sessuali di una femmina. Le femmine di solito hanno 2 cromosomi X. Si eredita un cromosoma X da ciascun genitore.

XY
Indica i cromosomi sessuali di un maschio. I maschi hanno un cromosoma X ed uno Y. Un maschio eredita il suo cromosoma X da sua madre ed il suo cromosoma Y da suo padre.